LA VICENDA DELLA LINEA VIGNA CLARA – VALLE AURELIA
La linea ferroviaria Valle Aurelia – Vigna Clara è stata ricostruita dal luglio del 2015 al luglio del 2016 con nuovi binari, nuovi pali, nuove mensole, nuovi marciapiedi e rifacimento della stazione di Vigna Clara stessa, tanto che la linea è stata formalmente attivata in via tecnica il giorno 15 luglio 2016.
Il giorno 27 maggio 2016 la Sezione Terza Ter del tribunale amministrativo del Lazio ha sospeso i lavori di costruzione della linea per un mese, ed ha poi proibito la circolazione ferroviaria.
Nei primi mesi del 2016 due ricorrenti dei sei originari, hanno ripresentato il ricorso del marzo 2002, decaduto ma ripescato (sic!) per bloccare il progetto ed i lavori della linea ferroviaria.
Sia nel ricorso presentato, che nell’ordinanza conseguente, non vi sono elementi sia giuridici sia tecnici per bloccare i lavori.
Il ricorso parla in modo confusionale ed incerto di accordi tra le parti per preavvisare gli istanti prima dei lavori, di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) che non è dovuta per la manutenzione straordinaria di una linea già esistente da venticinque anni. Per questo motivo RFI ha rinunciato a posare il secondo binario.
In ogni caso si tratta di un casus giuridico abbastanza singolare perché riesuma un ricorso del 2002, (escluso dal Diritto Amministrativo) parla di problemi tecnici di cui non si ha nessuna cognizione, come l’allargamento della galleria che non sussiste, le vibrazioni che non possono esistere data la posa in tutta la galleria in tutta l’estensione e larghezza, di un nuovo tipo di tappetino antivibrante che annulla qualsiasi vibrazione, come da prove scientifiche portate a riscontro. Il ricorso non tiene conto né delle facoltà giuridiche di RFI che ha tutto il diritto di ripristinare una linea già esistente da 25 anni, né della garanzia tecnica derivante dalla ricostruzione completa della galleria, che ha sicuramente garantito la sicurezza di tutti i fabbricati limitrofi, che senza l’intervento di RFI ed Italferr, si sarebbero trovati in pochi anni con gravi problemi strutturali, considerando che la galleria non sottopassa nessun fabbricato nel suo tracciato.
Inoltre il rifacimento della galleria, della stazione completamente nuova, della linea e del collegamento con la stazione Ostiense, non avrebbe diminuito il valore commerciale degli immobili dei Signori di Vigna Clara, ma l’avrebbe aumentato di almeno il 20%.
Ad ulteriore conferma della mala fede dei ricorrenti si evidenzia come un ricorso parallelo sia stato presentato negli stessi giorni di marzo 2016 da parte di un condominio della via Cesare Ferrero di Cambiano n. 6 e della casa di cura Ars Medica contro la stessa RFI con motivazioni simili che però afferivano anche ad un misterioso allargamento della Galleria Cassia Monte Mario che costituisce la base fisica della strada stessa.
In questo farneticante ricorso si parla (il ricorso è stato discusso dal TAR in seconda istanza, chissà perché) di un abusivo allargamento della sezione della galleria da 8 metri a 18 (si avete letto bene) diciotto metri di diametro.
Se questo fosse vero la strada via Cesare Ferrero di Cambiano non esisterebbe più ma ci sarebbe solo una enorme trincea nel quartiere.
A fortiori la galleria esiste dall’anno 1950, mentre la casa di cura è stata realizzata nel 1980 ed ha iniziato negli anni 2000 lavori sotterranei avvicinandosi alla galleria preesistente ed in questi nuovi locali sotterranei ha posizionato un blocco operatorio.
Dato che il TAR ha incaricato una commissione tecnica della facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma di preparare una relazione tecnica sugli aspetti amministrativi e tecnici della vicenda, l’udienza preliminare fissata per il giorno 25 ottobre 2017 è stato spostata al 6 dicembre 2017!
Il giorno 18 settembre 2017 è stata presentata la relazione della commissione tecnica al TAR ed il risultato è a dir poco scioccante: la commissione mette in dubbio la validità della Valutazione Impatto Ambientale del 2004. Il Ministero dell’Ambiente ha già definito questa osservazione semplicemente ridicola.
Nella seconda edizione della relazione, presentata il 31 ottobre, invece la commissione ha definito la linea costruita a regola d’arte e le eccezioni amministrative a dir poco risibili.
Il giorno 6 dicembre 2017 si è svolta l’udienza preliminare alla sentenza, che è stata emessa il giorno 22 febbraio 2018, ma la sua pubblicazione il 28 marzo apriva nuovi e positivi scenari per la vicenda.
Sostanzialmente il TAR chiedeva alcuni elementi: un aggiornamento della Valutazione Impatto Ambientale del 2004 e condizioni di esercizio uguali a quelle utilizzate nel 1990 per far transitare i 18 treni dei mondiali.
In pratica i treni non dovranno superare i 55 km/k ed il peso di 320 tonnellate dei vecchi treni del 90.
Si è quindi progettata una campagna di prove sperimentali per dimostrare che il transito dei treni non provoca né rumori, né vibrazioni, né polveri sottili, né inquinamento elettromagnetico.
Si sono strumentati sia la galleria che gli appartamenti limitrofi alla galleria stessa e preparata una vera e propria VIA completa, per dimostrare l’insussistenza delle motivazioni dei ricorrenti.
L’inizio delle prove era stato fissato per il giorno 13 giugno 2019, ma un ennesimo ricorso al TAR ha di nuovo bloccato tutto il faticoso iter di preparazione delle prove.
I ricorrenti pretendevano di assistere a tutte le fasi delle prove con propri tecnici ed avvocati.
Per fortuna nel mese di Novembre 2019 una ulteriore sentenza del TAR escludeva in modo molto duro qualsiasi interferenza dei ricorrenti nell’espletamento delle prove in carico ad RFI, dando quindi una svolta significativa alla vicenda in favore della riapertura della linea.
A questo punto RFI ha fissato nel mese di febbraio le prove che ha svolto in piena autonomia e senza ulteriori interferenze.
A valle delle prove i risultati sono stati elaborati consegnati alla Regione Lazio il 28 luglio 2020.
Dopo che la Regione Lazio ha lavorato tutto il mese di Agosto per elaborare la documentazione fornita da RFI, alla quale è stata riconsegnata il giorno 9 settembre 2020 senza osservazioni di alcun tipo, quindi conforme alle specifiche ambientali richieste dalla Regione stessa, il giorno 28 ottobre 2020 RFI dichiarava che la Regione, nello scorso mese di settembre, le ha trasmesso una serie di osservazioni e richieste di integrazioni progettuali da parte del ministero dell’Ambiente, sollecitato da parte di una persona fisica che ha agito tramite uno studio legale.
Alle osservazioni ridicole del Ministero dell’Ambiente ha risposto direttamente il Ministero delle Infrastrutture con una nota che definiva una volta per tutte che la linea Valle Aurelia Vigna Clara non solo risulta di interesse regionale, ma addirittura urbano e quindi non andava soggetta a nuova VIA.
Quindi nel mese di marzo 2021 è ricominciato l’iter RFI – Regione Lazio – RFI finalizzato a presentare alla ANSF (Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria) tutta la documentazione prodotta per ottenere il Certificato di Agibilità e Sicurezza Ferroviaria per la quale sembra che occorrano 150 giorni.
Attualmente è ancora in corso l’iter di cui sopra il cui termine ad oggi non è ancora prevedibile.
Considerato che si attendeva l’inaugurazione della linea a dicembre del 2020, il ritardo ed il danno per la cittadinanza è evidente, considerato che l’attivazione tecnica è avvenuta il 15 luglio del 2016 con Circolare Territoriale n. 16.
Sicuramente su RFI si stanno esercitando pressioni spaventose da parte di un comitato d’affari segreto che non è tollerabile dal punto di vista legale, dato che il comitato stesso considera il quartiere Vigna Clara – Vigna Stelluti di sua proprietà, per condannare la popolazione residente all’isolamento, al traffico ed allo stress di un sistema di trasporto su gomma che è deficitario.
Sottolineo che dal punto di vista tecnico la linea si potrebbe tranquillamente aprire con il nuovo orario estivo del 12 giugno, dato che sono pronti gli orari, i treni e tutti gli impianti ed è sufficiente chiudere un interruttore per ridare tensione alla linea, che è perfettamente pronta ed operativa, già attualmente telecomandata da Roma Termini.
Il Vice Presidente del
Comitato “Un Anello per Roma”
Stefano Testi